Ieri, 31 maggio, è stata la giornata mondiale di una malattia che, in Italia, conta 114 mila pazienti ogni anno: la sclerosi multipla (SM). Di cosa si tratta? La SM è una malattia neurodegenerativa demielinizzante e molti studi dimostrano come alla base della patologia vi sia una reazione del sistema immunitario contro la mielina e le cellule che la producono.
Avere la SM significa soffrire di disturbi visivi e della sensibilità, con formicolii persistenti, sensazione di intorpidimento degli arti e difficoltà di percezione del caldo e del freddo; oltre a questo il paziente è spesso stanco e debole, ha difficoltà a svolgere e a sostenere attività anche comuni. Purtroppo, però, la malattia è degenerativa e porta quindi a un peggioramento delle condizioni del malato, anche dal punto di vista psicologico. In particolare, la Società Italiana di Neurologia (Sin) si impegna ogni giorno per combattere questa patologia attraverso i neurologi italiani, in prima linea nelle attività di assistenza e di ricerca scientifica.
Ed è proprio il neurologo la figura che, secondo Gianluigi Mancardi, Presidente eletto della Sin, risulta essere centrale nella cura della Sm. A contorno però è fondamentale che ci sia un sistema assistenziale che vada incontro alle esigenze dei pazienti. L’Italia è molto attiva in questo, coprendo in maniera capillare il territorio nazionale con numerosi centri di eccellenza.
PKE sta lavorando alla mappatura dei centri che si occupano di sclerosi multipla, identificando quanti e quali sono, i medici che ci lavorano e quindi a chi i pazienti possono rivolgersi una volta che la malattia, purtroppo, si presenta. Ad oggi, Atlante Sanità conta 13.620 neurologi: l’augurio è che con le nuove tecnologie, i progressi nella ricerca e le conoscenze di cui disponiamo si possa arrivare a soluzioni, seppur non definitive, in grado di aiutare i pazienti nel convivere con la malattia.