Lo sci è tra i mezzi di locomozione più antichi inventati dall’uomo. Tra le prime testimonianze, a Rodoy, in Norvegia, sono state ritrovate delle incisioni rupestri che risalgono al 3000 a.C. e ritraggono uomini con ai piedi degli sci. La disciplina vera e propria nasce però alla fine dell’ottocento, diventando sport di massa negli anni ‘70 del ‘900. Curioso è che in una valle norvegese, agli albori della pratica sciistica, venne organizzata una delle prime gare sugli sci, che consisteva nello scendere da un ripido pendio a curve veloci tenendo in mano un bicchiere di birra. Il vincitore era l’atleta che non rovesciava il bicchiere.
La storia dello sci, dalla sua nascita fino ai giorni d’oggi, ha visto molti paesi protagonisti e tanti atleti che, nel tempo, sono diventati veri e propri campioni. Purtroppo lo sci, come molte altre discipline, è causa di numerosi incidenti, più o meno gravi, che hanno riguardato e riguardano professionisti e amatori.
Come dissero Kevin Andrews e Warren Miller, “Nello sci dovete usare il cervello, che è la parte più importante della vostra attrezzatura”. Disattenzioni, imprudenza, maltempo, ecc sono fattori di rischio per chi popola gli impianti sciistici. Tra gli infortuni più frequenti ci sono distorsioni, contusioni, fratture, lussazioni, ferite. Saranno quindi gli ortopedici i medici più ricercati per questi problemi. Ma di quanti professionisti della salute stiamo parlando? Atlante Sanità, la banca dati che comprende oltre 1,3 milioni di operatori sanitari, conta 12.404 specializzati in ortopedia e traumatologia, di cui 5.885 sono medici ospedalieri, 1.981 medici specialisti in attività privata e 1.497 medici in casa di cura.
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