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Ambiente e salute: l'appello del BMJ

Ambiente e salute: l'appello del BMJPediatri, epidemiologi e scienziati di fama hanno lanciato un appello internazionale lo scorso 7 novembre, sulle pagine del British Medical Journal, rivolgendosi a medici e scienziati di tutto il mondo. L'obiettivo è quello di esortare a invertire la rotta verso la prevenzione primaria, fornendo ai decisori, in tempo reale, le evidenze e le indicazioni utili per intraprendere, senza ritardi, azioni di tutela della salute collettiva, già prima che si sviluppino malattie. E proprio qui entra in gioco il fondamentale binomio ambiente e salute, su cui si invita a riflettere.

Prisco Piscitelli, medico epidemiologo dell' Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM) e vicepresidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) spiega che "a partire dalle osservazioni epidemiologiche, è necessario avviare un cambio di passo per una nuova visione della medicina. Le osservazioni ci dicono che è in atto una vera e propria transizione epidemiologica che va considerata nel suo insieme, prestando particolare attenzione agli incrementi registrati nell’arco dei decenni, a partire dalle malformazioni congenite e disturbi del neurosviluppo, come l’autismo, fino ai tumori pediatrici o dei giovani adulti, le malattie metaboliche, tra cui il diabete giovanile, tiroidee e neurodegenerative, una volta molto rare, come l’Alzheimer, la SLA e il Parkinson”.

Analizzando le numeriche di queste patologie, è evidente come negli ultimi cinquant'anni ci sia stato un incremento significativo che non può non essere tenuto in considerazione: i tumori pediatrici, ad esempio, sono diventati la prima causa di morte per malattia tra i bambini in Italia e in molti altri stati europei, con circa 320 decessi l'anno, secondo i dati di ISTAT/EUROSTAT. Gli 11.000 nuovi casi di tumori stimati nella fascia d'età compresa tra 0 e 19 anni non si osservavano 50 anni fa, nonostante la popolazione pediatrica fosse molto più numerosa. 

Conferma Alessandro Miani, Presidente di SIMA e co-autore dell’articolo: “Sono le esposizioni ambientali, attraverso meccanismi epigenetici, il minimo comune denominatore di tutte le problematiche di salute che dal dopoguerra in avanti hanno raggiunto le proporzioni di vere e proprie pandemie. Il continuo e generico richiamo agli stili di vita e al fumo di sigaretta, così come le teorie di accumulo progressivo di mutazioni e danni sul DNA nel corso della vita, non possono spiegarci, ad esempio, perché i tumori nel primo anno di vita sono in continuo aumento (con un +2% di incremento annuo). È evidente che concentrarsi esclusivamente sui fattori di rischio individuali ci allontana dal trovare le giuste soluzioni per la salute collettiva che vanno ricercate negli specifici determinanti di salute in grado di incidere su ciascuna comunità locale, a partire da quello che respiriamo, mangiamo, beviamo o con cui veniamo in contatto”.

Fonte: Quotidiano Sanità

 
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