Il tumore alla prostata è tra le neoplasie più diffuse nell’uomo. A confermarlo è la sesta edizione del volume “I numeri del cancro in Italia 2016”, realizzato con il coordinamento scientifico dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dell’Associazione Italiana Registro TUMori (AIRTUM).
Secondo il rapporto, la mortalità per tumore è in calo per entrambi i sessi e si allungano i tempi di sopravvivenza grazie alla maggiore diffusione dei piano di screening a livello regionale e alle diagnosi precoci.
Il tumore alla prostata, in particolare, rappresenta il 18% di tutti i tumori diagnosticati nella popolazione maschile, con una prevalenza tra i soggetti tra 50-69 anni e ultrasettantenni e il tasso di mortalità si è ridotto sensibilmente rispetto al passato.
Interessante è quanto viene fatto nel centro veterinario militare di Grosseto: i cani, addestrati ad annusare le mine antiuomo, sono stati allenati a riconoscere il tumore alla prostata dalle urine del paziente: se il soggetto ha il cancro, il cane si siede vicino al campione, se non lo ha esce dalla stanza. Oggi sempre di più si lavora per riuscire a trovare dei sistemi in grado di riconoscere e individuare la patologia ma, chi è effettivamente positivo, dove può curarsi?
Su Oncoguida, il servizio di informazione per i malati di cancro e le loro famiglie, è possibile individuare i centri “ad alto volume di attività” con maggiore esperienza (numero interventi eseguiti), affidabilità ed adeguato standard assistenziale relativi alle diverse patologie oncologiche. Maggiore è il numero degli interventi eseguiti nella struttura, più alta è l’affidabilità del centro.
Per quanto riguarda il tumore alla prostata, i primi tre centri per affidabilità (secondo le Sdo 2016) si trovano in provincia di Torino, di Milano e di Firenze. Per sapere quali sono le strutture e il numero di interventi che eseguono, visita la pagina.