Tumore alla vescica: dove curarsi?

Il tumore alla vescica rappresenta il
3% di tutti i tumori e, in urologia, è secondo solo al tumore alla prostata. Si tratta di un tumore che colpisce maggiormente gli uomini tra i 60 e i 70 anni e, secondo i dati del Registro Tumori, in Italia nel 2017 sono stati stimati circa 27.000 casi di tumore vescicali, considerando sia le forme infiltranti sia quelle superficiali.
Chi è a rischio? Il principale fattore di rischio per il tumore della vescica è il fumo di sigaretta, seguito dall’esposizione cronica alle ammine aromatiche e nitrosamine, radioterapie che hanno coinvolto la pelvi, assunzione di farmaci come la ciclofosfamide e l’infezione di alcuni parassiti. Importante poi è il ruolo svolto dall’alimentazione: fritture e grassi consumati in grandi quantità sono associati a un aumentato rischio di ammalarsi.
Il trattamento del tumore alla vescica può essere di tipo
chirurgico e prevede la resezione transuretrale parziale o totale, a seconda dello stadio clinico. Qualora il paziente dovesse ricorrere a questa soluzione, dove potrebbe andare a curarsi? In quali strutture ospedaliere?
Una fonte di ricerca è sicuramente
Oncoguida, il portale che comprende tutte le strutture che trattano le diverse patologie oncologiche e le classifica sulla base degli interventi svolti. I dati utilizzati per la classificazione dei “
centri ad alto volume di attività di chirurgia oncologica” si basano sulle schede di dimissione ospedaliera del Ministero della Salute del 2016.
Dunque, a quali strutture rivolgersi per trattare il tumore alla vescica? I primi tre centri per affidabilità (secondo le Sdo 2016) si trovano a
Firenze,
Bologna e
Torino. Per sapere quali sono le strutture e il numero di interventi che eseguono,
visita la pagina.
Fonte:
AIRC - Tumore della vescica
Autore:
PKE Group
PKE è una società nata da DS Medigroup, costituita per gestire i data base delle professioni e la creazione di comunità profilate sulla rete Internet.
Obiettivo di PKE è accompagnare le Istituzioni e gli Enti privati nella corretta gestione dei dati e nell’approfondita conoscenza delle diverse professioni, nell’analisi delle competenze specifiche di ciascuna disciplina, nelle valutazioni dei loro fabbisogni formativi ed informativi, nella definizione strategica degli strumenti di comunicazione (informazione e formazione) e nella loro completa implementazione.